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Il puparo: arte riscoperta! Gli stessi pupi recitavano svogliatamente, vestiti come Dio vuole. – Ci si perdeva l'amore dell'arte e d'ogni cosa, parola di gentiluomo! - Dov'erano andati i bei tempi in cui si facevano due rappresentazioni al giorno, la domenica e le feste, e la gente assediava la porta, quand'era annunziato sul cartellone un «personaggio» nuovo? Don Candeloro, colla barba di otto giorni e la zazzera arruffata passava le giornate intere nella bettola del suocero, a dir corna dei suoi colleghi, o a litigare colla moglie, ora che in casa pareva l'inferno. Grazia, adesso che aveva visto cosa c'era dietro le belle scene impiastricciate, stava con tanto di muso a rammendar cenci anche lei, a stemperar colori, e rompersi braccia e schiena, vociando come un pappagallo per Angelica e Bradamante, dall'avemaria a due ore di notte. (da "Don Candeloro" di Giovanni Verga)
Il maestro Turi, insieme alla moglie Venera, mentre completano un pupo saraceno della collezione di pupi da teatro... |
LA TECNICA DI MANOVRA DEI PUPI DEL TEATRO DI ACIREALE Le tecniche di rappresentazione del movimento hanno sempre caratterizzato il teatro delle forme, siano esse appartenenti alla tradizione dei burattini, delle marionette, ma tanto più a quella dei pupi siciliani. Tra le principali scuole di teatro dei pupi della nostra isola, ad esempio, insieme alle già citate "diversità" di costruzione dei pupi, si riscontrano notevoli diversità per quanto attiene la manovra dei rispettivi pupi. I manovratori, operando sul banco di manovra, ovvero su di un'asse di legno posta al di sopra del boccascena e, posto al di sopra dei pupi, ad una altezza dal palcoscenico di cm. 140, e grazie ai ferri di manovra particolarmente lunghi, riescono ad imprimere ai pupi movimenti di grande ampiezza e, durante il combattimento, il duello, perno centrale della tradizione del teatro acese, i pupi prendono vita dalla recitazione del puparo, e dalla forza di braccia dei manovratori. Si diceva della unicità della tecnica di manovra dei pupi acesi, questo grazie alle variazioni tecniche operate dai pupari acesi intorno agli anni '20 e precisamente da Mariano Pennisi , prima e dal Macrì, poi. Sostanzialmente si operò la scelta di ridurre l'altezza dei pupi ed il loro peso, diversificandosi dal teatro della città di Catania, che ci riporta storicamente, un'altezza dei pupi di cm. 140/150 ed un peso che variava dai 20 ai 30 Kg, riducendone così l'altezza a cm. 120 ed il peso a 15/18 Kg. Le modifiche apportate, costituirono la base su cui sperimentare una nuova ed unica tecnica di manovra del pupi, volta principalmente a raffigurare, durante i combattimenti ed i duelli, un rinnovato movimento dei pupi stessi insieme ad una più armonica e vivace azione corale di combattimento, diversamente dalla manovra di Catania, che per la grande mole dei pupi, risultava alquanto "legata e difficoltosa". Fu necessario a questo punto, per realizzare quell'intendimento, operare, ancora una volta, ed in modo più radicale che in precedenza, un ulteriore cambiamento. Si rese necessario modificare la struttura del banco di manovra. I pupari di Acireale, sollevano l'asse di camminamento per la manovra, ad un'altezza di cm. 140, spostano la scena di fondo, dietro il banco di manovra, invece che davanti, grazie al fatto che l'asse è stata alzata al di sopra dei pupi, creano una prospettiva scenica nuova, realizzano la possibilità di manovrare in contemporaneità molti più personaggi, ed offrono allo spettatore una prospettiva scenica più ampia, profonda e teatralmente rispondente al vero. Alzando il livello dell'asse di camminamento dei manovratori, si rese necessario allungare i ferri di manovra dei pupi. In questo modo si ottennero delle "aste di ferro" per la manovra, spesse, lunghe e pesanti... soprattutto lunghe. Già, bisognava adesso modificare la manovra dei pupi con queste aste di ferro così lunghe. Le difficoltà si palesarono immediatamente ai manovratori. Bisognava dar forza, equilibrio, sensibilità, affinchè quelle aste trasmettessero i giusti movimenti ai pupi. Superati i primi momenti d'apprensione per la nuova tecnica, così diversa dalla precedente e così unica nel suo genere, si riuscì ad ottenere quello per cui ci si era scommessi. La nuova tecnica di manovra dei pupi, diede nuovo impulso, stile, passione nella tradizione dei pupi di Acireale, realizzando una tecnica esclusiva, unica al mondo, riconosciuta in una ritmica e suggestiva "danza delle spade". Da allora in poi, la battaglia, il combattimento, il duello, è diventato nella scuola di Acireale, il nucleo fondante della struttura dello spettacolo, che insieme alle diverse capacità recitative degli attori, persone diverse dai manovratori, rendono vivi i pupi, questi pezzi di legno racchiusi in un'armatura, che ci raccontano le loro imprese e i loro grandi valori cavallereschi.
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