Turi Grasso 
puparo
ad Acireale

 

Acese purosangue, nato nel 1933, Turi Grasso è oggi  l’unico puparo presente nel panorama della tradizione di Acireale.

Dopo aver svolto molteplici lavori sempre nel campo dell’ artigianato e dell’arte, all’età di 16 anni si accosta per la prima volta all’opera dei pupi, assistendo    agli spettacoli di via Alessi dove il puparo E. Macrì, notandone l’assiduità e l’interesse, lo volle con sé come manovratore.

Si delinea così la vera vocazione di Turi che, al fianco di Macrì, dal quale apprende velocemente tutti i segreti, partecipa a numerose tourneè in Italia e all’estero.

Ma dieci anni dopo Turi decide di lasciare la compagnia del Macrì e di tentare da solo l’avventura del puparo.

Dopo aver costruito i primi pupi, aiutato dalla moglie Venera, che a tutt’oggi ha il difficile compito di costumista dei pupi, Turi vuole realizzare il suo sospirato sogno: mettere in scena i pupi con una sua compagnia; appronta quindi il banco di manovra, le scene, le quinte, la bocca d’opera e inizia le prime rappresentazioni di piazza in piazza.

E proprio dalle piazze deriva il grande successo dei pupi che si rifanno alla tradizione delle marionette spagnole, approdate casualmente a Napoli, dove il catanese Giovanni Grasso nel 1861 le acquistò. Egli le aveva viste recitare prive di armature e se ne appassionò. Le portò in Sicilia dotandole di armi e corazze e facendone i primi veri pupi

Si diffusero rapidamente in tutta l’isola divenendo la principale forma di spettacolo popolare, trattando i temi dell’epoca cavalleresca del ciclo carolingio.

Col tempo si delinearono tre diverse scuole di realizzazione e manovra dei pupi; la scuola palernitana dove i pupi misurano circa 80 cm. hanno le ginocchia snodabili e la spada  è riposta  nel fodero; la scuola catanese i cui pupi misurano circa 140 cm. e la scuola acese con pupi alti 120 cm. ed il cui peso si aggira sui 20 Kg. In queste ultime due scuole i pupi vengono costruiti con ginocchia rigide e spada in pugno. 

Ai pupi viene dato il movimento dall’alto di un banco di manovra, a differenza di quelli palermitani la cui manovra avviene dallo stesso piano dei pupi.

Turi, da buon acese, realizza i suoi pupi secondo i canoni della tradizione: la struttura è di legno e ferro imbottita di paglina, l’armatura di rame, interamente sbalzata a mano, le teste di legno scolpite e dipinte con maestria, i costumi di tessuti pregiati, allestiti dalla moglie, completano i pupi che possono definirsi: vere e proprie opere d’arte.

Naturalmente la messa in opera dello spettacolo viene accuratamente preparata, prendendo spunto dai testi della Chançon de Roland, dai testi di G. Lo Dico, dalla Gerusalemme Liberata, liberamente rielaborati dal maestro Turi Grasso, il quale prepara i copioni, che reciterà da dietro le quinte, dando voce a tutti i personaggi la cui manovra richiede la forza e l’abilità di almeno quattro manovratori.

La prima del suo spettacolo, nel 1963, è un vero trionfo che realizza il suo sospirato sogno.

Da allora in poi Orlando, Rinaldo, Agricane, Gano di Magonza Carlo Magno, Angelica, tutti i personaggi di Turi sono stati ammirati ed applauditi da moltissime persone rappresentando e tenendo alto il nome della città e del puparo a cui appartengono.

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